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HIV

L’editing genomico contro uno dei virus più temuti dell’età contemporanea: negli USA i primi semafori verdi per EBT-101, sviluppata con la collaborazione della Statale di Milano

I ricercatori della Lewis Katz School of Medicine della Temple University di Philadelphia hanno perfezionato la tecnologia di editing genomico basata su CRISPR con l’obiettivo di trattare l'infezione cronica da HIV. Questo ha portato alla recente approvazione da parte della Food and Drug Administration (FDA) della domanda come “Investigational New Drug” (IND) per la terapia sperimentale chiamata EBT-101, sviluppata dalla biotech Excision BioTherapeutics. Questa autorizzazione permette all’azienda di iniziare uno studio clinico di Fase I/II per valutare la sicurezza, la tollerabilità e l'efficacia della terapia in persone che convivono con il virus dell'immunodeficienza umana di tipo 1. Come spiegato sul comunicato stampa, l’inizio dello studio clinico è previsto entro la fine di quest’anno.

Il virus dell’immunodeficienza umana, più comunemente noto come HIV, viene suddiviso in due ceppi: il tipo 1, più virulento e infettivo, e il tipo 2, che determina una sindrome più moderata ed è più diffuso in Africa e Asia. L’HIV di tipo 1 è la causa della maggior parte dei casi di infezione nel mondo: secondo i dati di UNAIDS del 2020, sono 37.7 milioni le persone che convivono con l’HIV. Oggi è possibile tenere sotto controllo l’infezione da HIV grazie alla terapia antiretrovirale (ART), che blocca il ciclo vitale del virus. L’altra faccia della medaglia è che va assunta per tutta la vita e provoca alcuni effetti collaterali da non sottovalutare. Proprio per questo motivo, da ormai 40 anni i ricercatori cercano di raggiungere l’agognato obiettivo: una terapia che permetta di eliminare definitivamente il virus dal corpo umano. 

Negli ultimi anni l’attenzione della ricerca si è spostata su CRISPR, una tecnica innovativa, a basso costo, rapida ed efficiente nel modificare il DNA. Per di più è una tecnologia che può essere declinata e rimodellata per applicazioni diverse. Tra queste, c’è anche l’HIV. Già nel 2019 si parlava di una terapia per questa infezione quando, sulla nota rivista scientifica The New England Journal of Medicine, era uscito il caso di un paziente che aveva ottenuto il trapianto di cellule staminali ematopoietiche manipolate con CRISPR per bloccare l’ingresso del virus (ne abbiamo parlato qui). Nello stesso anno è stato pubblicato anche lo studio su una tecnica chiamata LASER ART (di cui abbiamo parlato qui) che descriveva la combinazione di terapia antiretrovirale a rilascio prolungato e Crispr-Cas9, efficace negli studi preclinici per eliminare il virus dalle cellule in modelli murini. 

Il gruppo di ricerca della Lewis Katz School of Medicine della Temple University, guidato dal professor Kamel Khalili, tra gli autori dello studio su LASER ART, in collaborazione con Excision BioTherapeutics - ma anche con il laboratorio alla U.C. Berkeley del Premio Nobel Jennifer Doudna e il gruppo di ricerca di Pasquale Ferrante presso l’Università degli Studi di Milano Statale – ha perfezionato una tecnica per eradicare il virus dell’HIV dalle cellule umane grazie a CRISPR. 

La terapia sperimentale EBT-101 si basa sull’utilizzo di un vettore virale, ricavato da un virus adeno-associato, in grado di trasportare il sistema Crispr-Cas9 all’interno delle cellule. CRISPR, in questo caso fornita di due RNA guida, è programmata per legarsi a tre siti specifici del genoma dell’HIV e tagliare. L’obiettivo finale è asportare pezzi significativi del genoma, riducendo al minimo le capacità infettive del virus. Gli studi preclinici su EBT-101, condotti nei precedenti sette anni, hanno evidenziato buoni risultati in vitro su cellule umane, di primate non umane e di altri animali modello. È su queste basi che è stato concesso il semaforo verde per l’avvio dello studio clinico di Fase I/II sull’uomo. Se la tecnica si rivelasse efficace e sicura, potrebbe rivoluzionare la storia dell’HIV. Soprattutto se si considera che EBT-101 è una terapia one-shot, ovvero che viene somministrata in un’unica volta.

Sempre in tema di HIV e terapie avanzate, è dello scorso maggio la notizia del trattamento del primo partecipante in uno studio clinico di Fase I, ideato per valutare la sicurezza della terapia genica AGT103-T. La terapia sperimentale prevede il prelievo dei linfociti T CD4 (le cellule immunitarie che vengono attaccate dal HIV) dai pazienti, la loro manipolazione genetica per renderli resistenti all’infezione e la loro successiva reinfusione nel paziente.

Anche se la strada da percorrere è ancora lunga e le variabili da valutare molte, non c’è dubbio che la ricerca scientifica nel campo delle terapie avanzate stia puntando molta attenzione sull’HIV. Sfruttare tutti gli strumenti a disposizione, tra cui proprio la tecnica premiata dal Nobel nel 2020, potrebbe permettere ai ricercatori di trovare una terapia definitiva per uno dei virus più temuti al mondo.

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