Lo studio clinico di Fase I/II ha l’obiettivo di valutare sicurezza, tollerabilità ed efficacia della terapia sperimentale per questa rara malattia metabolica
La malattia di Pompe è una malattia genetica ereditaria causata da una carenza dell’enzima lisosomiale alfa-glucosidasi acida (GAA) che porta all'accumulo di glicogeno nelle cellule, che a sua volta causa danni in vari tessuti, in particolare cuore, muscoli, fegato e sistema nervoso. Ad oggi, solo la terapia enzimatica sostitutiva a base di GAA è approvata per il trattamento di questa patologia, ma l’obiettivo è quello di riuscire a trovare una terapia efficace, anche grazie agli studi innovativi sulla terapia genica. È di inizio febbraio la notizia della prima somministrazione della terapia genica SPK-3006 ad un paziente affetto da malattia di Pompe negli Stati Uniti.
SPK-3006, frutto della collaborazione tra l’azienda Spark Therapeutics e Genethon, è una terapia genica sperimentale che sfrutta l’azione di un vettore virale adeno-associato per raggiungere veicolare il “gene terapeutico” nelle cellule del fegato dei pazienti. Il suddetto gene codifica l’enzima mancante, ovvero l’alfa-glucosidasi acida, che normalmente viene fornito dal fegato con l’obiettivo di aumentarne i livelli plasmatici e di favorirne il maggiore assorbimento nel tessuto muscolare. Questa strategia di terapia genica ha dato buoni risultati in fase preclinica: è stato osservato un corretto accumulo di glicogeno nei muscoli e nel sistema nervoso in modelli murini. Risultati che hanno permesso di avviare lo studio cinico multicentrico di Fase I/II, denominato RESOLUTE, che ha l’obiettivo di valutare sicurezza, tollerabilità ed efficacia di una singola infusione endovenosa di SPK-3006 in pazienti adulti con malattia di Pompe clinicamente moderata e a esordio tardivo che assumono la terapia enzimatica sostitutiva (ERT). La prima somministrazione della terapia in un paziente degli stati Uniti è stata resa nota con un comunicato stampa lo scorso 1 febbraio. Al momento il trial è stato avviato solo negli Stati Uniti ma sarà esteso a diversi Paesi europei (tra cui anche l’Italia) e al Regno Unito, coinvolgendo un totale di venti pazienti.
La malattia di Pompe è una patologia metabolica clinicamente complessa ed eterogenea poiché i pazienti possono non avere o avere solo in parte l’enzima lisosomiale alfa-glucosidasi acida (GAA), causando un accumulo più o meno grave di glicogeno nell’organismo. La forma classica è quella più grave e si manifesta fin dai primi giorni di vita. La forma a esordio tardivo, per cui è stata ideata la terapia genica SPK-3006, può manifestarsi a qualsiasi età dopo il primo anno di vita e colpisce la mobilità e il sistema respiratorio, per cui i pazienti devono ricorrere all'uso della sedia a rotelle e all'assistenza respiratoria. Inoltre, l'aspettativa di vita può essere ridotta. "La somministrazione di SPK-3006 nel primo partecipante allo studio RESOLUTE di Fase I/II per la malattia di Pompe a esordio tardivo è un'importante pietra miliare e un primo passo verso quello che speriamo ci permetterà di portare una terapia genica innovativa a questi pazienti", ha dichiarato Gallia G. Levy, chief medical officer di Spark Therapeutics. "Stiamo continuando ad arruolare partecipanti per questo studio di Fase I/II e siamo profondamente riconoscenti per l’attuale collaborazione con la comunità dei pazienti con malattia di Pompe".
Le terapie avanzate stanno rivoluzionando la storia naturale di diverse malattie prima considerate incurabili, grazie alle nuove tecnologie applicate alla biomedicina e alla collaborazione tra pazienti, associazioni, industrie biotecnologiche, enti di ricerca ed enti regolatori. La strada è ancora lunga, specialmente se si tratta delle fasi iniziali di uno studio clinico, ma le prospettive sembrano buone.