Elon Musk, dopo anni di promesse incredibili (e spesso scarso successo nel mantenerle), ha portato la sua tecnologia alla sperimentazione umana, con qualche dubbio sulla gestione degli studi
Aumentare o recuperare le capacità umane: un obiettivo che da decenni viene rincorso - come insegnano anche le numerose produzioni cinematografiche fantascientifiche su questo tema - nella speranza di trattare situazioni cliniche complesse a livello fisico o mentale, o di superare i limiti del nostro corpo. Elon Musk, il secondo uomo più ricco del mondo (Forbes 2024) e uno degli imprenditori più visionari e controversi di tutti i tempi, non poteva esimersi dall’investire nel settore: Neuralink è una delle sue aziende, forse la più affascinante (e anche inquietante, sotto certi punti di vista). Lanciata solo otto anni fa, all’inizio di quest’anno hanno raggiunto l’obiettivo di impiantare un chip cerebrale in un essere umano. Le notizie su Telepathy hanno fatto il giro del mondo, scatenando un acceso dibattito nella comunità scientifica e non solo.
NEURALINK
“Creare un'interfaccia cerebrale generalizzata per restituire l'autonomia alle persone con esigenze mediche insoddisfatte oggi e sbloccare il potenziale umano domani”, questa è la mission che appare visitando il sito web di Neuralink. Sempre in homepage appaiono le seguenti frasi “Neuralink sta attualmente cercando persone con tetraplegia per partecipare a un'innovativa sperimentazione di dispositivi medici per la nostra interfaccia cervello-computer” e “In futuro, speriamo di ripristinare capacità come la visione, la funzione motoria e la parola, e di ampliare il nostro modo di vivere il mondo”. Elon Musk con Neuralink ha l’obiettivo di migliorare la condizione di alcuni pazienti, ma anche di rendere ancora più immediata la comunicazione uomo-macchina. In futuro, secondo la sua visione, le persone dovrebbero essere in grado di dare input al computer semplicemente pensandoli, evitando così di “restare indietro” rispetto all’intelligenza artificiale, che secondo Musk ci supererà.
L’azienda del miliardario più famoso e discusso del mondo nasce nel 2016 e in questi anni ha raccolto centinaia di milioni di dollari di investimenti per portare avanti le sue ricerche. Dai primi studi sui maiali, Neuralink ha iniziato a cavalcare l’onda della notorietà nel 2021, anno in cui un video di un macaco - con un chip cerebrale prodotto dall’azienda - che gioca a Pong è diventato virale. L’altro momento importante nella storia di Neuralink è stato il semaforo verde, acceso a settembre 2023 dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, per procedere con i test clinici sulle persone.
TELEPAHTY
Il primo prodotto di Neuralink è la telepatia: Telepathy è un dispositivo che permette il collegamento tra il cervello umano e un computer attraverso dei sensori che raccolgono segnali cerebrali e li trasforma in azioni. La versione attuale, chiamata N1, è un impianto di interfaccia cervello-computer (BCI) intracorticale composto da cinque elementi - una capsula esterna realizzata in materiale biocompatibile, una batteria che può essere ricaricata, i microchip, che traducono i segnali cerebrali e li trasmettono ai dispositivi, e 64 fili dotati di 1024 elettrodi che vengono collegati al cervello - progettato per registrare l’attività neurale attraverso gli elettrodi. Questi fili sono sottilissimi, più di un capello umano, e possono essere posizionati in modo indipendente nel cervello. Essendo molto delicati e difficili da maneggiare, l’operazione è stata delegata a un robot chirurgico appositamente creato per questo scopo. Il robot R1 è, infatti, progettato per inserire in modo affidabile ed efficiente i fili nella corteccia cerebrale tramite un ago sottilissimo.
Come spiegato sul sito di Neuralink, i segnali acquisiti dagli elettrodi vengono indirizzati all'elettronica contenuta nell'involucro dell'impianto N1, che elabora e trasmette in modalità wireless i dati neurali a un'istanza dell'applicazione Neuralink in esecuzione su un dispositivo esterno, come un computer. L'applicazione Neuralink decodifica e traduce i dati neurali in azioni, come i movimenti di un cursore sullo schermo del computer. L'impianto N1 è alimentato da una batteria che viene ricaricata induttivamente dal caricatore N1. La capacità di comunicare in modalità wireless e di ricaricarsi induttivamente consente all'impianto N1 di essere impiantato chirurgicamente sotto il cuoio capelluto, in modo da risultare esteticamente invisibile, e di essere utilizzato senza alcun collegamento fisico a dispositivi esterni.
PARAPLEGIA, LO STUDIO PRIME E L’OPINIONE SCIENTIFICA
Ogni anno negli Stati Uniti circa 18.000 persone subiscono una lesione del midollo spinale. Parliamo di stime statunitensi perché per ora – anche se sono stati recentemente aperti i registri per i pazienti anche per Canada e Regno Unito – il bacino principale da cui pescare futuri partecipanti allo studio clinico autorizzato dalla FDA è quello.
Prima della procedura, Noland Arbaugh (di cui abbiamo parlato qui), è stato sottoposto a una risonanza magnetica funzionale per individuare le regioni del cervello che si attivano quando si cerca di muovere un arto. I dati raccolti sono stati utilizzati per localizzare la zona target per l’operazione. Queste sono ancora le fasi iniziali dello studio PRIME, che prevede di arruolare 3 persone per proseguire con la sperimentazione.
Attualmente non ci sono pubblicazioni scientifiche in merito all’impianto del chip in un essere umano: serve quindi molta cautela prima di pensare a utilizzarlo per curare malattia neurologiche. Sebbene le informazioni e le testimonianze su Telepathy siano degne di nota, è anche vero che tutta questa pubblicità a un dispositivo che non è utilizzabile su larga scala – e non lo sarà ancora per molto tempo – è fuorviante e può indurre false speranze a pazienti, famiglie e caregiver.
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