Bimbo

Il dispositivo sarà testato su circa 1000 adulti e bambini affetti da diabete di tipo 1, in real life, con l’obiettivo poi di adottarlo in scala più ampia all'interno del servizio sanitario britannico

Cento anni fa lo scienziato rumeno Nicolae Constantin Paulescu scopriva l’insulina (o meglio la “pancreina”) e come curare il diabete. Anche se per questa scoperta, nel 1923 furono premiati con il Nobel per la Medicina Frederick Grant Banting e John James Rickard Macleod, che in realtà non fecero altro che mettere in pratica i lavori del 1922 di Paulescu. Una scoperta che ha successivamente permesso di salvare la vita ai milioni di pazienti affetti da diabete. Ma gli scienziati non si sono accontentati e hanno provato ad andare oltre. Per esempio mettendo a punto terapie cellulari come il trapianto di insule pancreatiche o sfruttando le innovazioni tecnologiche, in particolari quelle indossabili che hanno permesso di sviluppare il pancreas artificiale. Un dispositivo che oggi il servizio sanitario del Regno Unito (NHS) sta testando con la prima sperimentazione clinica, con l’obiettivo di renderlo disponibile per tutti i pazienti con diabete di tipo 1. 

IL DIABETE DI TIPO 1

La forma 1 della malattia è causata dall’assenza delle cellule beta pancreatiche che hanno il compito di produrre l’insulina, perché distrutte dallo stesso sistema immunitario dell’organismo. Per questo chi ne è affetto - in genere insorge alla nascita o in giovane età - ha bisogno dell’insulina che introduce con iniezioni ripetute quotidiane (in genere in prossimità dei pasti) per regolare la quantità di zucchero del sangue (che deve restare dentro il range di 70-180 mg/dL). Chi è affetto dal diabete di tipo 2 invece, nonostante il deficit di insulina è ancora in grado di produrre l’ormone e viene trattato con farmaci ipoglicemizzanti.

Il controllo continuo della glicemia e la conseguente somministrazione di insulina, anche quattro volte al giorno, sono spesso un disagio soprattutto per i pazienti più giovani o che lavorano e devono gestire la terapia anche fuori casa. Inoltre, il monitoraggio personale ha il limite di non poter individuare episodi di iperglicemia e ipoglicemia dovuti alle ampie variazioni glicemiche che si hanno nell’arco della giornata in relazione alla dieta, all’attività̀ fisica e alla terapia farmacologica seguita, come ricorda l’Istituto superiore di sanitàIl pancreas artificiale potrebbe risolvere molti di questi problemi.

IL PROGETTO PILOTA DEL NHS

Quello del NHS è il primo studio clinico mondiale sul pancreas artificiale, come riporta lo stesso ente britannico, e coinvolgerà circa mille adulti e bambini con diabete di tipo 1. Il sistema ibrido a circuito chiuso (closed loop system o appunto “pancreas artificiale”) è in fase di sperimentazione in circa 35 centri del NHS in tutto il Paese ed è già stato usato da 875 persone. I dati raccolti finora hanno mostrato che il dispositivo è superiore agli approcci attuali usati nella gestione del diabete e richiede molto meno input da parte dei pazienti. 

L'innovativa tecnologia consente, infatti, di monitorare continuamente i livelli di zucchero nel sangue e utilizza un algoritmo per determinare la quantità di insulina che dovrebbe essere somministrata per mantenerli stabili. Eliminando così il monitoraggio personale e prevenendo ipoglicemie e iperglicemie, che possono portare a convulsioni, coma o persino al decesso.

NON È FANTASCIENZA  

“Il fatto che le macchine monitorino e forniscano farmaci per le persone affette da diabete sembra fantascienza, ma a pensarci bene sono già parte integrante della nostra vita quotidiana”, ha affermato il prof. Partha Kar, consulente specializzato del NHS per il diabete. “Un dispositivo rileva i livelli di glucosio, invia la lettura al sistema di somministrazione – cioè il microinfusore – che si attiva per valutare la quantità di insulina necessaria. Non è molto lontano da un sistema completamente automatizzato, che permetterà alle persone con diabete di tipo 1 di svolgere la propria vita senza preoccuparsi dei livelli di glucosio o dei medicinali da somministrare”.

Oggi in realtà esistono diversi modelli di pancreas artificiale, in una ricerca continua di perfezionamento. Già alla fine del 2016 la Food and Drug Administration (FDA) statunitense aveva dato il via libera al primo dispositivo di questo tipo, definito poi dal Time “una delle migliori invenzioni dell’anno”. L’anno dopo, sempre negli Stati Uniti, il pancreas artificiale è entrato gradualmente in commercio e la ricerca è andata avanti in tutto il mondo.

REAL LIFE

Come riporta ancora l’ente britannico, il progetto pilota del NHS metterà a disposizione dei partecipanti tutti i sistemi a circuito chiuso autorizzati per l'uso nel Regno Unito. Il dispositivo sarà poi scelto in accordo tra medico e paziente valutando l'opzione migliore per esso e scegliendo il sistema di infusione desiderato. Nel trial di real life saranno inclusi un mix rappresentativo di adulti e bambini che convivono con il diabete di tipo 1. L’obiettivo è appunto verificare l’efficacia della tecnologia nel controllare, in modo sicuro ed efficace, le condizioni di salute delle persone con diabete, in un ambiente reale.

I dati raccolti, da questo e altri studi, saranno poi esaminati dal National Institute for Health and Care Excellence (NICE) che potrà poi raccomandare o meno l’adozione del dispositivo in scala più ampia all'interno del servizio sanitario .

L’IMPATTO SUI BAMBINI

Il pancreas artificiale potrebbe essere particolarmente utile per la gestione del diabete di tipo 1 nei bambini piccoli, a causa delle variazioni dei livelli di insulina e dell'imprevedibilità legata ai pasti o all’attività fisica. Le stime mostrano che solo un terzo dei bambini con diabete di tipo 1 è attualmente in grado di ottenere un buon controllo del livello di glucosio nel sangue, necessario per evitare gravi conseguenze sulla salute e sulla qualità della vita a lungo termine. Le cifre mostrano anche che un bambino di cinque anni con diagnosi di diabete di tipo 1 deve affrontare fino a 23.000 iniezioni di insulina e 52.000 test del sangue con puntura del dito prima dei 18 anni.

Charlotte Abbott-Pierce, per esempio, ha sei anni ed è una dei bambini che ha ricevuto un pancreas artificiale dal NHS. Ha il diabete di tipo 1 da quando aveva cinque anni ed è stata inizialmente trattata con iniezioni di insulina. Ora Charlotte ha meno picchi ipo o iper-glicemici e i suoi genitori non devono impostare allarmi ogni due ore per controllare come sta, lo fa il sistema in automatico. “Ora finalmente Charlotte potrà tornare a essere la bambina che era”, ha affermato la madre Ange alla BBC. “Adora stare fuori con i suoi amici e partecipare ai pigiama party, ma abbiamo dovuto interromperli non appena le è stato diagnosticato il diabete perché altre persone non potevano gestire la sua malattia. Ora potremo di nuovo permetterle di stare con i suoi amici anche quando noi non ci siamo”.

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