oncologia

Le DTx potrebbero dare un importante contributo nella gestione del cancro: una review italiana analizza la situazione attuale, i risultati ottenuti e le prospettive future 

Lo scorso marzo, un gruppo di esperti italiani nel campo delle terapie digitali (DTx) ha pubblicato, sulla rivista Annals of Research in Oncology, una review dal titolo “Digital therapeutics in oncology: findings, barriers and prospects. A narrative review”. Riduzione del disagio dei sintomi, aumento nell’aderenza terapeutica e miglioramenti nella gestione degli eventi avversi e nella qualità della vita: le terapie digitali permetterebbero un’interazione efficace con il paziente colpito dal cancro, offrendo potenziali benefici. L’obiettivo della review, come esplicitato dal documento stesso, è quello di fornire un aggiornamento sulle evidenze disponibili per le terapie digitali sviluppate specificatamente per l’ambito oncologico.

È sempre più evidente come la gestione dei tumori stia diventando sempre più simile a quella delle malattie croniche. Questo grazie ai recenti sviluppi delle terapie oncologiche che, però, hanno anche portato a un aumento della complessità dei trattamenti: ad esempio, la combinazione di terapie diverse (sia a somministrazione ospedaliera che domiciliare) richiede sostanziali modifiche nel percorso assistenziale. Oltre a incrementare la sopravvivenza, è fondamentale anche il miglioramento della qualità della vita dei pazienti: entrambi obiettivi da raggiungere nella futura gestione delle terapie oncologiche e in cui le terapie digitali possono dare il loro contributo. Le tecnologie sanitarie digitali per le persone affette da cancro includono applicazioni mobili per il sollievo dal dolore, per l'autogestione, ma anche videogiochi progettati per promuovere l'esercizio fisico e l'empowerment mentale nei pazienti pediatrici.

Le terapie digitali sono state definite come tecnologie che offrono interventi terapeutici guidati da programmi software di alta qualità, basati su prove scientifiche ottenute attraverso indagini cliniche rigorose per prevenire, gestire e trattare un ampio spettro di condizioni. Tutti aspetti che contraddistinguono queste terapie da altri prodotti digitali dedicati alla salute che non hanno un fine terapeutico e non mirano a ottenere un effetto clinicamente rilevante. Lo stesso vale per la necessità di una prescrizione medica e un’adeguata posologia.

Attualmente le DTx sono in fase di sviluppo – e alcune già immesse sul mercato – per un’ampia gamma di condizioni fisiche, mentali e comportamentali, tra cui proprio la gestione dei trattamenti oncologici. Non potendo agire sui meccanismi chimico-biologici dell’organismo, il meccanismo di funzionamento delle DTx si basa sull’interazione col paziente: il coinvolgimento attivo del paziente, infatti, è il fondamento per il successo del trattamento. Inoltre, quelli che per il farmaco classico vengono chiamati eccipienti, nella produzione delle DTx non sono sostanze inerti che facilitano l’assunzione e l’assorbimento della terapia bensì moduli di ricompensa, promemoria per assumere le terapie complementari, moduli per il contatto con medici o la comunità dei pazienti e l’interfaccia di utilizzo.

Stando ai dati di ClinicalTrials.gov (il registro internazionale delle sperimentazioni cliniche preso in esami dai ricercatori), i Paesi che maggiormente stanno investendo nella ricerca e sviluppo in questo settore sono gli Stati Uniti, seguiti dall’Europa e dalla Cina. Oltre a questo database, gli autori della review hanno preso in esame altri database come PubMed, Google Scholar, il Deutsches Register Klinischer Studien e alcuni siti web che si occupano specificamente di terapie digitali. Per selezionare studi e prodotti, su questi database sono stati applicati i seguenti criteri: i prodotti dovevano basarsi su almeno uno studio clinico randomizzato e controllato (già pubblicato o in corso), oppure essere in fase attiva di sviluppo per indicazioni oncologiche. Questi criteri hanno inevitabilmente escluso una serie di strumenti digitali per cui erano disponibili informazioni online. In totale, per la revisione, sono state selezionate nove DTx, otto delle quali già convalidate dalle autorità regolatorie. 

Come descritto nel documento, il meccanismo d'azione delle DTx nelle indicazioni oncologiche è principalmente legato alla gestione cognitivo-comportamentale dello stress o alla gestione dei sintomi e degli eventi avversi dei trattamenti antitumorali. Nella maggior parte dei casi, la qualità della di vita, il controllo della fatica e l'attività fisica/stato di performance sono stati gli endpoint primari degli studi. La sopravvivenza è stata valutata in tre diversi studi, che hanno evidenziato un beneficio significativo nei pazienti a cui viene somministrata anche la terapia digitale. Lo studio che ha arruolato il maggior numero di pazienti era specificamente rivolto al miglioramento della “fatigue” e la riduzione dell'interferenza della fatica con le attività quotidiane. Infine, i risultati preliminari indicano un potenziale beneficio della DTx in termini di organizzazione e costi dell'assistenza, grazie alla riduzione della necessità di consultazioni telefoniche e visite. 

In generale, i dati attualmente disponibili in letteratura sembrano indicare che le DTx possono andare incontro a molte delle esigenze insoddisfatte dei pazienti oncologici. L’adozione delle DTx, sia in generale che in campo oncologico, è però complessa. L’eventuale successo di questo percorso è legato a una serie di aspetti significativi: necessità di maggiore ricerca clinica, specialmente studi clinici randomizzati e controllati, e di prove di benefici clinici; una maggiore familiarità dei medici con queste tecnologie; sistemi regolatori pronti a valutare i prodotti, eventualmente anche per il rimborso; l'accesso alla tecnologia, insieme a una migliore alfabetizzazione digitale, per i pazienti e gli assistiti. Il percorso da fare è ancora lungo e tortuoso e tutte le parti interessate – sistemi sanitari, medici, pazienti, ricercatori, aziende e non solo – dovranno allinearsi su un modello sostenibile da seguire, specialmente se si pensa all’impatto che le malattie oncologiche hanno sulla popolazione e sulla sanità pubblica.

Con il contributo incondizionato di

Website by Digitest.net



Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento Maggiori informazioni