Io le patate le bollo vive

Un libro che offre dati e riflessioni sull’uso dei modelli animali nella ricerca scientifica con un linguaggio chiaro, in grado di avvicinare il lettore a un tema spesso controverso

“La produzione di farmaci e presidi sanitari sicuri ed efficaci, oggi, sulla base delle attuali conoscenze e tecnologie disponibili, non può essere garantita senza l’uso di modelli animali”. Questa frase si trova nell’introduzione del libro "Io le patate le bollo vive”, edito da Einaudi e firmato da Roberto Sitia e Giuliano Grignaschi. Il titolo, volutamente provocatorio, è un estratto di un commento pronunciato da Rita Levi Montalcini parlando proprio di sperimentazione animale. Il saggio, infatti, affronta uno dei temi più complessi e dibattuti della scienza contemporanea: l’utilizzo di modelli animali a fini di ricerca. Gli autori ci guidano attraverso un viaggio che intreccia etica e scienza, esplorando il controverso rapporto tra esseri umani e animali nel contesto della ricerca medica.

Otto capitoli che alternano elementi informativi, riflessioni etiche e spunti autobiografici al fine di fornire un quadro completo sul ruolo della sperimentazione animale, dalle normative ai metodi utilizzati, fino ai risultati ottenuti soprattutto in campo medico e farmacologico. Gli autori, consapevoli della necessità di questa pratica, non mancano di interrogarsi sul prezzo etico di quest’ultima, proponendo un dibattito che non si limita a contrapporre chi è favorevole e chi è contrario, ma cerca di individuare punti di convergenza. Sono anche messe in evidenza le alternative emergenti, come i modelli in vitro e in silico, che potranno essere la speranza per un futuro con un ridotto – o forse nullo – utilizzo di animali. Organoidi e simulazioni, infatti, fanno ormai parte delle pratiche di laboratorio, ma non sono ancora in grado di rispondere a tutte le domande. Utilissima quindi la riflessione sul futuro della sperimentazione nelle sue fasi iniziali e le possibilità date dalle tecnologie – e biotecnologie – moderne.

Il tono del libro è diretto e accessibile, capace di coinvolgere sia lettori esperti che persone meno informate sul tema. Una leggera punta di ironia rende il testo più avvincente, ma il rigore scientifico e il rispetto per la delicatezza e la complessità dell’argomento trattato non diminuiscono mai. Tra i punti di forza spicca anche l’equilibrio nell’esporre i vari temi, evitando posizioni estreme e proponendo una visione bilanciata dell’argomento. La spiegazione delle normative e dei metodi è chiara e dettagliata, permettendo di comprendere a chiunque come si svolge la ricerca preclinica, anche a chi non ha idea di come sia gestito uno stabulario. Unico difetto, se così vogliamo definirlo, è il fatto che chi è già informato sull’argomento potrebbe trovare alcune parti (soprattutto quelle introduttive e più generiche) meno incisive.

In conclusione, "Io le patate le bollo vive" è un libro breve ma molto denso, che invita a riflettere su una delle questioni più urgenti del nostro tempo, intrecciando scienza ed etica e lasciando al lettore la libertà di costruire una propria opinione informata e consapevole su un tema che spesso viene condiviso solo parlando di estremismi.

Con il contributo incondizionato di

Website by Digitest.net



Questo sito utilizza cookies per il suo funzionamento Maggiori informazioni