Terapie personalizzate

L’ente regolatorio statunitense si sta muovendo per andare verso lo sviluppo dei “n-of-1 treatment”, farmaci costruiti su misura per ciascun paziente

Ci sono malattie che sono molto più che rare: mutazioni che colpiscono pochissime persone in tutto il mondo, in alcuni casi soltanto una. Un esempio è quello di Mila, bambina affetta da una particolare mutazione collegata alla malattia di Batten per la quale è stato creato il primo farmaco su misura, il milasen (di cui abbiamo parlato QUI). Mila è stata la prima persona al mondo a ricevere un farmaco personalizzato e autorizzato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense: questo è a tutti gli effetti un primo modello di studio per rendere sempre più accessibili i cosiddetti “n-of-1 treatment.

I progressi nella conoscenza scientifica e nella tecnologia di sviluppo di farmaci hanno permesso di ampliare lo sviluppo di terapie per il trattamento delle malattie rare. Negli ultimi anni, l’identificazione di mutazioni genetiche rare e ultra-rare è stata facilitata dalle migliori, più veloci e meno costose possibilità di sequenziamento del genoma: genetica e biologia molecolare hanno permesso di individuare le cause esatte di diverse malattie orfane di diagnosi e di trattamento. Spesso si tratta di malattie che progrediscono rapidamente e con conseguenze molto gravi, lo sviluppo di terapie personalizzate - costruite specificatamente per quella mutazione e per quel paziente - potrebbero rivoluzionare uno dei concetti basilari della medicina. L’espressione n-of-1 treatment si riferisce al fatto che questi trattamenti sono progettati per una persona soltanto (n=1), mentre tradizionalmente i farmaci sono destinati a una popolazione ben più ampia, anche in ambito di malattie rare. Questo cambio di paradigma porta sfide e considerazioni che normalmente non verrebbero fatte: innanzitutto richiedono una sperimentazione veloce, per poter aiutare la persona in tempi brevi ed evitare conseguenze troppo gravi e irreversibili; e poi lo sviluppo non è necessariamente vincolato ad un’azienda farmaceutica, ma può essere portato avanti da ricercatori, magari con il supporto di fondazioni – come nel caso della Mila’s Miracle Foundation - e di crowdfunding.

Il concetto di terapia personalizzata ricade nell’ambito degli oligonucleotidi antisenso (ASO), perché attualmente è la strategia d’elezione e più sviluppata in questo ambito di ricerca piuttosto circoscritto. Gli ASO - piccoli segmenti di codice genetico prodotti in laboratorio e in grado di legarsi ad una specifica sequenza di RNA messaggero (mRNA) - sono infatti in grado di spegnere l’effetto di una mutazione, accendendo un gene, silenziandolo o potenziando un gene "di riserva" utile a contrastare l’effetto patogeno. Inoltre, sono relativamente semplici da progettare e produrre e, finora, il profilo di sicurezza si è dimostrato buono. Visto il potenziale terapeutico di questa tecnica, la FDA ha recentemente pubblicato una guida per lo sviluppo di queste terapie, con un’attenzione particolare a come interagire con l’ente regolatorio di riferimento (la FDA stessa) e come gestire la parte burocratica.

Si tratta di un percorso all’avanguardia in un territorio ancora inesplorato: portare farmaci innovativi a tutti i pazienti che ne hanno bisogno è una sfida immensa e vanno fatte le dovute considerazione, dai costi all’accessibilità, dal rapporto benefici/rischi alla consapevolezza che potrebbe non funzionare o che potrebbe essere somministrato troppo tardi. Il fatto che l’ente di riferimento statunitense abbia sviluppato e messo a disposizione una guida sull’argomento è un segnale di apertura verso questo nuovo mondo.

Milasen, somministrato a gennaio 2018, ha dato una seconda chance alla piccola Mila. Infatti, le sue condizioni erano migliorate, si erano ridotti gli attacchi epilettici e la degenerazione era rallentata. Purtroppo, gli ASO non sono in grado di guarire o di ripristinare le funzioni perse con la degenerazione dei sintomi e Mila è venuta a mancare il mese scorso (a inizio febbraio 2021). Come scritto sul sito della Mila’s Miracle Foundation, organizzazione creata dalla famiglia per continuare a supportare la ricerca sulla malattia di Batten e sugli ASO: “l’obiettivo è quello di trasformare l'incredibile storia di Mila in un percorso completamente nuovo dedicato ai farmaci personalizzati. Crediamo che rendendo questo approccio accessibile a tutte le malattie rare, potremmo aiutare a risolvere il problema delle malattie rare nei bambini. La nostra speranza è che il nostro lavoro dia a bambini come Mila una seconda possibilità di vita”. La madre di Mila sta collaborando con il medico che si è occupato di milasen per rendere accessibili altri trattamenti personalizzati. Il Boston Children’s Hospital ha infatti lanciato studi clinici n-of-1 per altre due malattie - l’atassia telangiectasia e l’encefalopatia epilettica KCNT1 – oltre a studiare possibili sperimentazioni per altre malattie rare.

Una storia simile a quella di Mila è quella di Lydia, anche lei colpita da una rarissima mutazione (di cui abbiamo parlato QUI). Anche in questo caso l’attenzione è puntata sugli ASO e si spera si possa arrivare alla somministrazione di una terapia personalizzata in tempo.

 

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