La macchina del gene

La storia della scoperta della struttura del ribosoma narrata da uno dei suoi protagonisti. Un racconto avvincente che intreccia gli elementi scientifici alla storia personale dell’autore

Film come "Inseparabili" di David Cronenberg o romanzi come "Il sosia" di Fedor Dostoevskij hanno contribuito a conferire fascino allo stereotipo dei gemelli diversi. Curiosamente, anche la biologia possiede una sua coppia antitetica, protagonista della storia dell’evoluzione: si tratta del DNA, custode di tutte le informazioni genetiche di ogni essere vivente, e l’RNA messaggero (mRNA), suo analogo indispensabile per la traduzione del codice genetico in proteine, i mattoni che compongono l’organismo. Ma se la doppia elica del DNA è universalmente nota a tutti, il ruolo dell’RNA non appare sempre chiaro (anche se intorno ad esso è fiorito il settore delle terapie su RNA). Se poi ci si inoltra nel campo del ribosoma, il macchinario responsabile della lettura dell’RNA, gli interrogativi si fanno più fitti. 

Una nuova cura

Una lettura avvincente nella quale confluiscono le storie degli scienziati che hanno contribuito a fare dell’immunologia uno dei settori di ricerca più difficili e, al contempo, affascinanti 

Osservando gli scaffali delle librerie alla ricerca di qualcosa di interessante da leggere, l’ultimo libro di Daniel M. Davis non spicca sugli altri: una copertina scura su cui si diffonde una nuvola di strani petali rosa e blu e un titolo - “Una nuova cura” - che sembra far pensare a oscure pratiche miracolose. Magari qualche lettore l’avrà acquistato proprio per approfondire questo genere di argomenti, trovandosi invece di fronte ad una sorpresa: l’emozionante ed avventurosa trattazione della storia dell’immunologia. Un campo di studio finito sulla cresta dell’onda non soltanto per le terapie innovative che ha sfornato, come ad esempio le CAR-T, ma anche per una più mesta attualità in cui la diffusione del virus SARS-CoV-2 sembra aver sdoganato concetti nebulosi del sistema immunitario, in primis quello degli anticorpi.

Libri Meldolesi

Il libro da portare sotto l’ombrellone quest’estate è la nuova edizione ampliata di “E l’uomo creò l’uomo” di Anna Meldolesi. Lettura scientifica, ma leggera e divulgativa

La nuova edizione del libro della giornalista scientifica esperta di CRISPR  – e curatrice del blog CRISPeRMANIA – racconta al grande pubblico tutto quello che c’è da sapere sull’ormai famosa tecnica di editing genomico. Nel 2017 veniva pubblicata la prima edizione di “E l’uomo creò l’uomo”: il sottotitolo – “CRISPR e la rivoluzione dell’editing genomico” – e i filamenti di DNA blu in copertina facevano intuire il tema a chi si apprestava a sfogliarne le pagine. Oggi i filamenti di DNA si sono tinti di viola ed è stato aggiunto un capitolo, per proseguire il racconto di quella che possiamo considerare una delle più grandi rivoluzioni dell’ultimo decennio in ambito biomedico.

Editing humanity

Una delle rivoluzioni scientifiche più degne di nota che abbiamo mai visto: l’autore Kevin Davies definisce in questo modo CRISPR, l’ormai famoso “nano-kit” degli attrezzi per modificare il DNA

Un resoconto alla scoperta dei protagonisti della storia di CRISPR dagli anni ’70, con le prime applicazioni dell’ingegneria genetica, al 2020, anno in cui le scopritrici della tecnica di editing genomico – Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier – hanno vinto il Premio Nobel per la Chimica. Un racconto avvincente e ricco di particolari e curiosità storiche non scontate, che aiutano il lettore a immergersi nel mondo di CRISPR senza difficoltà, anche grazie alla sezione fotografica presente all’interno del libro. La narrazione è scorrevole e coinvolgente, anche se gli aspetti bioetici, sociali e regolatori non sono affrontati a 360 gradi ma spesso solo accennati.

Con il contributo incondizionato di

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