Con il nuovo Dpcm del 18 ottobre 2020 l’app Immuni è diventata obbligatoria per chi lavora nelle Aziende Sanitarie Locali (ASL) e, nel frattempo, la stessa Immuni con un post su Facebook festeggia i suoi primi 9 milioni di download e l’interoperabilità a livello europeo. Intanto sul fronte accademico un nuovo studio dell'Università di Oxford e di Google – non ancora pubblicato (e perciò non ancora sottoposto a peer review), ma postato su medRxiv come preprint – sembra spezzare una lancia a favore delle app di tracciamento dei contatti, mostrando che anche livelli di adozione più bassi possono ridurre infezioni, ricoveri e decessi. Questo a dimostrazione del fatto che la tecnologia può fungere da complemento in sinergia con altre contromisure, come il distanziamento sociale e il tracciamento manuale dei contatti.
All’inizio della scorsa estate sulle pagine della rivista Cell Stem Cell sono stati pubblicati i risultati di un’interessante ricerca, condotta da un gruppo di ricercatori statunitense che ha avuto come protagoniste le cellule Natural Killer (NK). Queste cellule fanno parte della complessa risposta immunitaria innata e sono in grado, grazie ad un’azione citotossica, di distruggere le cellule bersaglio. Il team guidato da Dan Kaufman, professore di medicina presso la Divisione di Medicina Rigenerativa dell’Università della California, ha scoperto che basta agire su un gene che inibisce l’attività delle NK per rendere queste cellule più “potenti” e “durevoli” contro alcune forme di leucemia.
Dopo la recente approvazione di KTE-X19 (nota anche come brexucabtagene autoleucel o con il nome commerciale Tecartus) da parte della FDA negli Stati Uniti, questa nuova CAR-T potrebbe presto sbarcare anche in Europa. Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP, Committee for Medicinal Products for Human Use) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), ha emesso parere positivo relativo alla domanda di Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) per KTE-X19. Questa terapia a base di cellule T esprimenti il recettore chimerico per l’antigene (CAR), sviluppata da Kite (società del gruppo Gilead), si configura come un potenziale trattamento per pazienti adulti affetti da linfoma mantellare recidivante o refrattario dopo due o più linee di terapia sistemica.
Un gruppo di ricerca del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston ha creato un rivestimento sintetico in grado di appiccicarsi alla superficie dell’intestino tenue con lo scopo di migliorare l’assorbimento di farmaci e il trattamento di alcune patologie. Il sistema di rivestimento epiteliale sintetico gastrointestinale (GSEL) è stato progettato per rivestire temporaneamente l’intestino tenue e, nei modelli animali e nel tessuto umano ex vivo, è rimasto stabile fino a 24 ore. La sperimentazione, condotta su modelli animali e su tessuti umani, è stata recentemente pubblicata su Science Translational Medicine.
a cura di Anna Meldolesi
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