Non tutti i grassi vengono per nuocere. Lo insegnano chiaramente i ricercatori del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano con una recente pubblicazione apparsa sulla rivista Cell Metabolism nella quale descrivono le proprietà dell’acido linoleico in relazione al miglioramento delle terapie a base di cellule CAR-T. Ma in che modo un acido grasso essenziale - indicato anche per il controllo dei livelli di colesterolo nel sangue - può arrecare un vantaggio ai linfociti T modificati con l’antigene CAR per aggredire le cellule tumorali? La risposta ha a che vedere con il microambiente tumorale, ancora oggi il principale ostacolo all’azione delle CAR-T nei tumori solidi.
Il processo che porta alla formazione dei gameti femminili, gli ovociti, dura anni: inizia nel feto e termina con la fecondazione. Per studiarlo più da vicino, i ricercatori hanno ricreato i precursori degli ovociti in laboratorio partendo dalle cellule staminali. Meno fruttuosi, invece, sono stati i tentativi di ottenere le altre cellule che compongono l’ovaio. Ma lo scorso febbraio gli scienziati dell’università di Harvard hanno pubblicato sulla rivista scientifica eLife un metodo veloce ed efficiente per riprodurre in laboratorio le cellule ovariche della granulosa, che sostengono la maturazione degli ovociti. Hanno così realizzato il primo organoide ovarico, o “ovaroide”, completamente umano: riproduce le funzioni dell’ovaio e permetterà di studiare le malattie dell’apparato riproduttivo femminile in laboratorio.
La perdita della vista non si limita a privare il malato della possibilità di crearsi un’immagine del mondo che lo circonda ma cancella anche la sua stessa rappresentazione agli altri: in pratica rende invisibile il mondo e anche la persona non vedente. Si tratta di una sgradevole sensazione con cui il paziente deve confrontarsi ma che serve a comprendere l’impatto che può avere sui malati una terapia genica come lenadogene nolparvovec, destinata a quanti abbiano perso la vista a causa della neuropatia ottica ereditaria di Leber (LHON) causata da mutazioni nel gene ND4. Al 49esimo incontro annuale della North American Neuro-Ophthalmology Society (NANOS) - svoltosi a marzo in Florida - sono stati presentati nuovi dati riguardo la sicurezza e l’efficacia della terapia genica sperimentale a tre dalla somministrazione in pazienti inclusi nello studio clinico di Fase III REFLECT.
Biochimico e professore universitario, Paul Berg crebbe a Brooklyn e studiò biochimica alla Pennsylvania State University fino allo scoppio della II Guerra Mondiale, durante la quale prestò servizio militare su un sottomarino. La laurea arrivò nel 1948, un anno dopo il matrimonio, e poi ci fu il dottorato e il lavoro all’Università di Standford dal 1959 al 2000. Il Premio Nobel per la Chimica gli venne conferito nel 1980 "per i suoi studi fondamentali sulla biochimica degli acidi nucleici, con particolare riguardo al DNA ricombinante". Il fascino della molecola di DNA lo portò ad approfondire le sue ricerche sugli acidi nucleici, rendendolo uno dei pionieri delle moderne biotecnologie e il “papà” della tecnologia del DNA ricombinante.
a cura di Anna Meldolesi
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