Attualmente sono dieci le terapie avanzate approvate in Europa, di cui cinque rimborsabili in Italia, ma l’obiettivo è quello di far crescere questo numero garantendo accesso e sostenibilità, temi molto discussi quando si parla di innovazione biomedica. E se ne è parlato anche lo scorso 15 settembre durante il webinar “Terapie Avanzate, il futuro è già qui: il sistema italiano è pronto a riceverle?”, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e Assobiotec Federchimica. Uno dei punti salienti è proprio quello del rapido accesso alle terapie avanzate per tutti i pazienti. Fondamentale per questo scopo è la creazione di una rete, di un’alleanza, tra istituzioni nazionali, regioni, società scientifiche, reti di centri ospedalieri e di ricerca, associazioni dei pazienti ed imprese biofarmaceutiche.
Tra farmaci in fase di valutazione clinica, nuove strategie terapeutiche ancora in esplorazione - tra cui anche le terapie avanzate - e l’arrivo di biomarcatori che potrebbero permettere una diagnosi più accurata e precoce, la giornata mondiale per l’Alzheimer, che ogni anno si celebra il 21 settembre, potrebbe oggi essere accolta con un cauto ottimismo. Questo nonostante la pandemia COVID-19 e, in particolare, il lockdown abbiano avuto un impatto importante sul decorso della malattia, specie per i pazienti in fase iniziale e lieve/moderata. Come dimostra una recente indagine italiana in pubblicazione su Frontiers Psychiatry, condotta dal Gruppo di Studio sulla COVID-19 della Società Italiana di Neurologia per le demenze (SINdem).
Le nanotecnologie si occupano della scienza delle cosiddette nanostrutture, cioè degli oggetti prodotti a partire da una moltitudine di materiali e con dimensioni dell’ordine del miliardesimo di metro (nanometro). È un settore in piena espansione e le applicazioni sono molteplici, andando dall’elettronica alla fisica dei materiali, dalla farmacologia ai catalizzatori industriali, dagli pneumatici ultraresistenti ai pigmenti per la stampa. In ambito biomedico ci sono numerose nanostrutture in studio per rilascio di farmaci, protesi, sensori, ingegneria tissutale e genomica. In questo approfondimento, Osservatorio Terapie Avanzate descrive le tipologie di nanoparticelle usate come metodo innovativo di trasporto e “delivery” (consegna) dei farmaci.
Le terapie a base di cellule CAR-T raffigurano perfettamente un nuovo modo di concepire la medicina, “disegnata” sempre di più sulle esigenze del paziente e che mira ad affrontare patologie come la leucemia e i linfomi, per i quali la chemioterapia è sempre stata il fronte d’assalto di elezione ma non sempre vincente. Tuttavia, le CAR-T per come le conosciamo oggi sono solo il primo passo su un cammino in profonda evoluzione che, grazie a progetti di ricerca nel campo dell’immunoterapia come quello della Fondazione M. Tettamanti Menotti De Marchi ONLUS di Monza, potrà presto fornire ai pazienti nuove terapie sempre più sicure ed efficaci.
a cura di Anna Meldolesi
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