La rivoluzione digitale sta velocemente trasformando la medicina: soluzioni tecnologiche clinicamente validate per la gestione di diverse patologie stanno prendendo il loro posto in sanità. Si tratta di dispositivi medici del futuro, in grado di coniugare la conoscenza medica alle tecnologie moderne e fornire a medici e pazienti nuovi validi strumenti. Ma cosa sta accadendo? La situazione è ancora complessa e diversificata nel mondo: gli ostacoli per la loro introduzione nella pratica clinica sono diversi e incentrati soprattutto sull’aspetto regolatorio, particolarmente complesso in un ambito così all’avanguardia e innovativo. Da oggi, Osservatorio Terapie Avanzate, con la collaborazione di Eugenio Santoro dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, proporrà approfondimenti e aggiornamenti su queste tematiche.
A fine febbraio avrebbe dovuto tenersi a Roma la 18esima Conferenza Internazionale di Parent Project aps sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker (DMD e BMD), rimandata a causa della complessa situazione legata alla COVID-19. Durante l’evento organizzato dall’associazione di pazienti e genitori di figli con DMD e BMD, gli esperti del settore avrebbero dovuto illustrare lo stato dell’arte della ricerca per questa patologia genetica rara. Per sopperire al mancato appuntamento annuale, ormai attesissimo nella comunità Duchenne, è stato creato un nuovo portale con video e materiali divulgativi dedicati alle strategie terapeutiche in sperimentazione per questa malattia. Tra queste anche la terapia cellulare e l’avvio di uno studio clinico guidato dal professor Giulio Cossu dell’Università di Manchester.
Sabato 30 maggio è la giornata mondiale della sclerosi multipla, una grave malattia infiammatoria e neurodegenerativa. È una patologia cronica dovuta a una reazione anomala delle difese immunitarie, che attaccano alcuni componenti del sistema nervoso centrale, ed in particolare la mielina che ricopre i nervi e li rende efficienti. Si manifesta in forme di diversa gravità che, semplificando, possono essere la recidivante-remittente, caratterizzata da episodi acuti di malattia e altri di benessere, e la progressiva, contraddistinta da un peggioramento delle funzioni neurologiche. Se negli ultimi 30 anni molto è stato fatto per la prima forma, che oggi può contare su oltre una decina di farmaci efficaci, quella progressiva resta ancora “una malattia orfana” come la definisce il professor Gianvito Martino, Direttore Scientifico IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e pioniere della ricerca sulle cellule staminali per la cura della SM. Ne abbiamo parlato con lui, per capire a che punto è la ricerca.
Quando viene illustrato il dogma della biologia molecolare, con il passaggio dell’informazione genetica dagli acidi nucleici alle proteine, a guadagnarsi il ruolo dell’attore protagonista è sempre il DNA. In maniera analoga quando si discute di terapia genica o di editing genomico, il primo pensiero corre subito alle modifiche del DNA. Tutto questo a discapito dell’RNA, molecola di indiscusso valore che negli ultimi due decenni ha raggiunto una grande notorietà grazie anche allo sviluppo di un nuovo settore terapeutico basato sul meccanismo di interferenza a RNA. Le sue applicazioni cliniche stanno conquistando l’interesse di vari gruppi di ricerca, come quello coordinato dalla prof.ssa Michela Denti, del CIBIO di Trento, che da più di dieci anni si occupa di malattie neurodegenerative.
a cura di Anna Meldolesi
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