Con l’inizio del 2024 l’Italia sta premendo l’acceleratore sulle CAR-T: nei giorni scorsi l’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) ha infatti concesso la rimborsabilità non a uno ma a ben due trattamenti a base di cellule CAR-T. Si tratta di idacabtagene vicleucel (nome commerciale: Abecma®) e lisocabtagene maraleucel (nome commerciale: Breyanzi®), entrambi commercializzati dall’azienda farmaceutica Bristol Myers Squibb e che avevano già ottenuto l’approvazione dalla Commissione europea rispettivamente nel 2021 e nel 2022. Una notizia importante per il nostro Paese che rende così disponibile, ai pazienti potenzialmente eleggibili, cinque delle sei CAR-T attualmente autorizzate sul territorio statunitense ed europeo.
Exagamglogene autotemcel (nome commerciale Casgevy) ha ottenuto l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio condizionata per il trattamento di pazienti di età pari o superiore a 12 anni con beta-talassemia dipendente dalle trasfusioni (TDT) e anemia falciforme severa (SCD) caratterizzata da crisi vaso-occlusive, per i quali è appropriato il trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSC) e non è disponibile un donatore consanguineo con antigene leucocitario umano (HLA) compatibile. La terapia basata su CRISPR, sviluppata da Vertex Pharmaceuticals e CRISPR Therapeutics, è attualmente l’unica terapia genica approvata per i pazienti affetti da SCD e TDT nell’Unione Europea e con questa approvazione saranno ora oltre 8.000 i pazienti potenzialmente eleggibili al trattamento.
Il mondo della scienza ha assistito a notevoli progressi nei campi della biotecnologia, biologia e genetica – materie alla base dello sviluppo delle terapie avanzate - grazie agli incessanti sforzi di numerose menti brillanti. Sebbene storicamente siano ambiti dominati dagli uomini, le donne hanno svolto ruoli chiave nel plasmare queste discipline, nel raggiungere i grandi traguardi scientifici e nel cercare di superare le difficoltà legate al genere. Alcune sono arrivate al Premio Nobel, altre no, ma questo non significa che il loro contributo valga meno. Su Osservatorio Terapie Avanzate abbiamo già parlato di Rosalind Franklin, di Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier e, più di recente, di Katalin Karikò, ma non sono certo le uniche che meritano di essere citate. E la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, che da nove anni viene celebrata dalle Nazioni Unite, ci offre un’occasione per parlare di altre scienziate.
Usher, Stargardt, Leber. A leggere questi nomi si potrebbe immaginare appartengano ai membri di una band di musica heavy-metal finlandese, invece si tratta dei componenti di un gruppo meno rumoroso e più pericoloso: quello delle distrofie ereditarie della retina, costituito da varie malattie rare (e ultra-rare) dell’occhio correlate a seri disturbi della vista. Con la loro ridotta incidenza sul piano individuale esse sono poco note al grande pubblico, ma globalmente rappresentano un problema da conoscere, o meglio, da riconoscere per tempo in modo tale da iniziare tempestivamente i trattamenti. Lo conferma la professoressa Francesca Simonelli, Direttrice della Clinica Oculistica dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli.
a cura di Anna Meldolesi
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