Lo scorso novembre la Gran Bretagna è stato il primo Paese al mondo a dare il via libera all’Autorizzazione In Commercio di Casgevy per la beta talassemia e l’anemia falciforme, dopo un mese è stata la volta degli Stati Uniti che hanno dato prima l’ok per l’anemia falciforme e successivamente, all’inizio del 2024, per il secondo tipo di emoglobinopatia (la talassemia). Nei prossimi mesi ci si aspetta il semaforo verde anche dalla Commissione Europea, che dovrebbe confermare l’opinione positiva dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ricevuta lo scorso dicembre. Per passare dall’invenzione delle forbici genetiche Cas9 alla prima terapia approvata sono bastati poco più di dieci anni, e l’entusiasmo per il traguardo raggiunto in tempi record è più che giustificato. Eppure un articolo della MIT Technology Review ha già acceso i riflettori sulle prossime sfide. Il titolo è: “Vertex ha sviluppato una cura CRISPR. Ma è già partita la caccia a qualcosa di meglio”.
Se a fine estate 2022 la Commissione Europea concedeva l’autorizzazione condizionata all’immissione in commercio di valoctocogene roxaparvovec (nome commerciale Roctavian) - terapia genica sviluppata dall’azienda Biomarin per la forma grave dell’emofilia A - ora è il nostro Paese a dare l’ok alla commercializzazione della terapia, che sarà rimborsata dal Servizio Sanitario nazionale (SSN). Il farmaco ha ottenuto anche il requisito di innovatività condizionata e il prezzo stabilito è inferiore alla media delle terapie geniche attualmente disponibili.
Negli ultimi giorni ha avuto una certa risonanza la notizia di un bambino affetto da una rara forma di sordità ereditaria che ha recuperato l’udito grazie al trattamento, effettuato al Children’s Hospital di Philadeplhia, con una terapia genica sperimentale sviluppata dall’azienda Ely Lilly. La notizia è stata riportata anche dal New York Times, quello a cui è stato dato, invece, poco risalto dalla stampa statunitense è che il successo è frutto anche della ricerca italiana. La tecnologia utilizzata, infatti, ha beneficiato del lavoro del gruppo di Alberto Auricchio, responsabile del programma di Terapie molecolari dell’Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem) e professore ordinario di Genetica Medica all’Università “Federico II” di Napoli, che da molti anni è al lavoro per cercare di superare uno dei limiti “pratici” della terapia genica, quello della capienza dei vettori virali.
È di dicembre 2023 la notizia dell’inizio di una sperimentazione clinica per la raccolta di dati sulla vita quotidiana dei pazienti affetti da malattia di Parkinson per comprendere le loro difficoltà quotidiane, i pattern dei sintomi, l'aderenza alla terapia e la risposta complessiva alla terapia con lo scopo di validare un insieme di algoritmi per l’ottimizzazione del piano terapeutico. Lo studio coinvolge tre centri italiani: IRCCS San Raffaele di Roma, IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma e Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. La app Soturi utilizzata per la raccolta dati è stata sviluppata da Newel Health, azienda italiana con sede a Salerno specializzata in medicina digitale e terapie digitali (DTx). La Michael J. Fox Foundation ha finanziato lo sviluppo di questa DTx con 2,5 milioni di dollari.
a cura di Anna Meldolesi
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